Speravo di poter tornare dalla settimana di “respiro” a Zanzibar scrivendo qualcosa al riguardo.
Speravo di poter raccontare com’è andato il viaggio e mettere su qualche foto.
Invece sono tornato e mi sono trovato di nuovo a cercare di dare risposte a decine di domande, senza sapere come fare.
Tale e quale ad un mese e mezzo fa circa, dopo il Targa Florio.
In Sicilia c’è stata la prima mazzata, poi a Lucca è di nuovo successo, ancora peggio se possibile.
Le domande sono tante e le risposte poche, quasi nessuna. Mi chiedo, in questi giorni in cui io stesso sto preparando una gara, se ne vale davvero la pena.
Mi chiedo se le macchine e le gare di oggi sono veramente sicure come noi vogliamo credere che siano. Mi chiedo se non ci stiamo prendendo in giro pensando questo.
Com’è possibile che una macchina prenda fuoco in maniera così repentina da non permettere agli occupanti di uscirne? Dov’erano l’impianto di estinzione ed i serbatoi di sicurezza?
Oppure che un rail possa entrare dentro senza lasciare scampo? E non è la prima volta che succede.
La fatalità ci sta, certo, ma andarsene così per una gara è una cosa che non mi va giù. Per niente.
Noi corriamo, sappiamo che il pericolo è dietro l’angolo ed è molto difficile se non impossibile eliminarlo, ma non siamo dei pazzi che godono a farsi male. Saliamo in macchina sapendo (sperando, a questo punto) che i rischi sono ridotti al minimo e che comunque la tecnologia costruttiva e le misure di sicurezza ci sono e ci daranno una mano.
Poi veniamo bruscamente riportati alla realtà quando accadono queste cose. Torniamo con la mente al 1986, giù dal Col d’Ominanda ed alle immagini della S4 di Henry e Sergio.
Io, pur essendo nell’ambiente, non so cosa possa essere fatto per evitare che tutto questo possa succedere di nuovo, ma sicuramente qualcosa va fatto.
Modificare i regolamenti tecnici, gli accessi alle licenze sportive, la conformazione e le prescrizioni di sicurezza delle prove speciali … non lo so e sicuramente c’è gente molto più qualificata di me che deve pensarci, però bisogna farlo! Per evitare di arrivare alla prossima disgrazia e ritrovarci sempre a parlare di quanto successo senza agire per cambiare la realtà. Se poi, nonostante tutto questo, si intrometterà la fatalità, perlomeno noi saremo certi che la nostra convinzione di essere su un mezzo sicuro sarà fondata.
Non voglio fare illazioni insensate riguardo l’evento specifico dato che ne ho già lette molte, forse troppe. Ci saranno delle indagini e delle inchieste che proveranno a fare chiarezza.
Voglio solo dire che sono vicino alle famiglie di Valerio, Daniela e Gareth, tre “colleghi”, anche se non li ho mai conosciuti se non per i nomi sugli elenchi iscritti.
Dopo il rally del Tartufo di Domenica prossima, mi preoccuperò di scrivere il pezzo che avrei voluto al posto di questo.
Ciao a tutti.
Maurizio